ALESSIO COLZANI

Nella giornata del 7 Maggio il MACRO di Via Nizza ha ospitato una serie di workshop ed incontri presentati da Carlo Infante riguardo l’Urban Experience. Tra le varie esperienze della giornata uno in particolare ha catalizzato l’attenzione del pubblico in quanto si è trattato di un brainstorming che ha coinvolto lo stesso ossia l’appuntamento delle 17 sul PERFORMING MEDIA: interaction design, data science, ecosofia per un’evoluzione tecnologica a misura d’uomo. Infante ha introdotto il discorso dell’interaction design e dell’ecosofia in modo diretto facendo riferimento alla necessità delle nostre città, occupate da spazi precedentemente destinati all’industria, di riorganizzare questi stessi spazi per renderli abitabili e fruibili dal maggior numero di persone possibili. Lavorando sul concetto di ecosofia si è quindi concentrato sul dibattito più che attuale di ritrovare una connessione con il mondo in cui viviamo anche grazie alle nuove tecnologie di cui disponiamo. “La cultura è un divenire” ha detto Infante stesso sostenendo la fondamentale necessità dell’uomo moderno di autoregolarsi in quanto il nostro mondo sta sempre più sfuggendo dal nostro controllo senza che ce ne rendiamo conto quando invece dovremmo essere noi, sfruttando i media e tutto ciò che questi ci forniscono. Oggigiorno siamo costantemente interconnessi tra noi ma anche ai luoghi in cui viviamo, andando in giro ognuno percepisce cose differenti e le interpreta in modo personale ma allo stesso tempo possiamo comprendere quelle sensazioni e quelle percezioni degli altri grazie alle tecnologie e al dialogo. “Apprendimento dappertutto” ecco su cosa si è voluto soffermare Infante nel momento in cui ha parlato dell’evoluzione tecnologica a misura d’uomo. Sfruttare quindi ciò che tutti noi possediamo per esprimere le nostre storie e riuscire ad interagire con le storie di ciò che ci circonda per poter essere noi stessi i veri abitanti di questo Mondo. Una città che ormai si è svuotata di senso, dove tutto è regolato in modo meccanico, ha bisogno di un nuovo sguardo urbano per la rigenerazione dello storytelling che le nuove tecnologie possono aiutarci a sviluppare.